Cos’è il Recovery Plan?
Il Recovery Plan, chiamato “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, è un piano di riforme per far ripartire l’Italia, coerente con il programma “Next Generation EU”.
- Il PNRR prevede investimenti per 248 miliardi di euro, di cui:
191,5 miliardi stanziati da Bruxelles (68,9 in sovvenzioni e 122,6 in prestiti) - 56,6 miliardi messi a disposizione dal Governo

Gli obiettivi
Le riforme
Riforma della Pubblica Amministrazione
Le sfide indicate dalle schede del Recovery si muovono nel segno dell’innovazione della PA.
L’assenza di un ricambio generazionale e di competenze qualificate è la prima difficoltà da superare, affrontando questioni come il blocco del turnover negli ultimi anni, l’invecchiamento e la parallela riduzione della forza lavoro e meccanismi di selezione complessi. La formazione si è rivelata spesso inadeguata e frammentata, e l’avanzamento di carriera si è basato solamente sull’anzianità di servizio anziché su competenze specialistiche.
Riforma della Giustizia
La riforma avrà il compito di aumentare l’efficienza, agendo sull’eccessiva durata dei processi e il peso degli arretrati giudiziari.
La riforma opera principalmente attraverso due leve: digitalizzazione e riorganizzazione.
- Assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di arretrati e casi pendenti e per la completa digitalizzazione degli archivi.
- Rafforzamento dell’Ufficio del Processo.
- Revisione del quadro normativo e procedurale: aumento del ricorso a procedure di mediazione “alternative dispute resolution procedures”.
- Interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.
Semplificazione della legislazione
La riforma prevede semplificazioni decisive soprattutto per gli investimenti infrastrutturali, come quella per la concessione di permessi e autorizzazioni, oltre agli interventi sul codice degli appalti.
Riforme settoriali
Fra queste, il PNRR annovera innanzitutto la riforma fiscale, che dovrebbe includere la revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici.
A questa si accompagna un’azione di contrasto all’evasione, attraverso il potenziamento dell’operatività dell’Agenzia delle entrate mediante nuove assunzioni.
Le riforme sono suddivise in:
- orizzontali
- abilitanti
- settoriali
Le riforme orizzontali, o di contesto, riguardano innanzitutto la Pubblica Amministrazione e la giustizia.
Le riforme abilitanti, destinate a garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti, annoverano le misure di semplificazione e razionalizzazione della legislazione e quelle per la promozione della concorrenza.
Le riforme settoriali consistono in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali.
Le 6 missioni del Recovery Plan
Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
Le risorse destinate a questa missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano.
L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese, investendo nella crescita dimensionale delle imprese, in filiere ad alta tecnologia e nella pubblica amministrazione. Una componente è dedicata ai settori del turismo e della cultura.
Tra i punti chiave della missione figura il Piano Transizione 4.0 che può contare su 18,45 miliardi.
Rivoluzione verde e transizione ecologica
La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua delle sei: quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo.
Si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con il Green Deal europeo.
Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni per il risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine.
Inoltre, la missione comprende i temi della sicurezza del territorio, con interventi di prevenzione e di ripristino a fronte di significativi rischi idrogeologici, della salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità e quelli relativi all’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno e alla disponibilità di risorse idriche.
Infrastrutture per una mobilità sostenibile
La missione può contare su oltre 31 miliardi. Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria.
È articolata in 2 componenti e si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con particolare attenzione al Mezzogiorno.
Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi. Prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei porti dell’Italia meridionale.
Istruzione e ricerca
A questa missione sono destinati quasi 32 miliardi, di cui uno finanziato con risorse nazionali tramite il Fondo complementare e 31 con il Dispositivo europeo. I progetti proposti intendono rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione, sostenere la ricerca e favorire la sua integrazione con il sistema produttivo.
Pone al centro i giovani e affronta uno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro.
È divisa in 2 componenti e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti. Sostiene il diritto allo studio e accresce la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Prevede anche un sostanziale rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.
Gli interventi principali riguardano:
- Il miglioramento qualitativo e l’ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.
- Lo sviluppo e il rafforzamento dell’istruzione professionalizzante.
- I processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti.
- Il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture scolastiche.
- La riforma e l’ampliamento dei dottorati.
- Il rafforzamento della ricerca e la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese.
- Il sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico.
Coesione e inclusione
I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 19,81 miliardi, ma ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di React-EU. Sono previsti investimenti in attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Si prevede l’introduzione di una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile. Sono introdotte misure a sostegno dell’imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere.
Si articola in 3 componenti:
- Politiche attive del lavoro, con focus sul potenziamento dei centri per l’impiego e del Servizio civile universale, sull’aggiornamento delle competenze e sul sostegno all’imprenditoria femminile.
- Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, che spazia dagli interventi per la disabilità all’housing sociale.
- Interventi speciali per la coesione territoriale, che comprende gli investimenti nelle aree interne, quelli per le Zone Economiche Speciali (ZES) e sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità.
Salute
Questa missione, con una dotazione di 15,63 miliardi, ha due obiettivi principali: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario per garantire un equo accesso a cure efficaci.
È previsto un significativo incremento delle prestazioni in assistenza domiciliare, in particolare per coloro che hanno patologie croniche o non sono autosufficienti.
Alle 6 macro-missioni, il Recovery Plan nazionale associa parallelamente tre priorità trasversali: donne, giovani e sud. Questi tre temi devono essere contenuti in tutti gli obiettivi del Piano nazionale e misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES.