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Recovery Plan

Il piano di riforme per far ripartire l’Italia.

Cos’è il Recovery Plan?

Il Recovery Plan, chiamato “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, è un piano di riforme per far ripartire l’Italia, coerente con il programma “Next Generation EU”.

  • Il PNRR prevede investimenti per 248 miliardi di euro, di cui:
    191,5 miliardi stanziati da Bruxelles (68,9 in sovvenzioni e 122,6 in prestiti)
  • 56,6 miliardi messi a disposizione dal Governo

Gli obiettivi

  • Riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica (nel breve periodo);
  • Superare le debolezze che affliggono l’economia e la società italiana: divari territoriali, disparità di genere, debole crescita della produttività, basso investimento in capitale umano e fisico (nel medio-lungo periodo);
  • Favorire la transizione ecologica.
  • Rilanciare la crescita economica in maniera sostenibile e duratura, superando gli ostacoli che ne hanno impedito l’attuazione negli ultimi decenni.

Le riforme

Riforma della Pubblica Amministrazione

Le sfide indicate dalle schede del Recovery si muovono nel segno dell’innovazione della PA.
L’assenza di un ricambio generazionale e di competenze qualificate è la prima difficoltà da superare, affrontando questioni come il blocco del turnover negli ultimi anni, l’invecchiamento e la parallela riduzione della forza lavoro e meccanismi di selezione complessi. La formazione si è rivelata spesso inadeguata e frammentata, e l’avanzamento di carriera si è basato solamente sull’anzianità di servizio anziché su competenze specialistiche.

Scopri i tempi di attuazione

Riforma della Giustizia

La riforma avrà il compito di aumentare l’efficienza, agendo sull’eccessiva durata dei processi e il peso degli arretrati giudiziari.
La riforma opera principalmente attraverso due leve: digitalizzazione e riorganizzazione.

  • Assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di arretrati e casi pendenti e per la completa digitalizzazione degli archivi.
  • Rafforzamento dell’Ufficio del Processo.
  • Revisione del quadro normativo e procedurale: aumento del ricorso a procedure di mediazione “alternative dispute resolution procedures”.
  • Interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.

Scopri i tempi di attuazione

Semplificazione della legislazione

La riforma prevede semplificazioni decisive soprattutto per gli investimenti infrastrutturali, come quella per la concessione di permessi e autorizzazioni, oltre agli interventi sul codice degli appalti.

Scopri i tempi di attuazione

Riforme settoriali

Fra queste, il PNRR annovera innanzitutto la riforma fiscale, che dovrebbe includere la revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici.

A questa si accompagna un’azione di contrasto all’evasione, attraverso il potenziamento dell’operatività dell’Agenzia delle entrate mediante nuove assunzioni.

Le riforme sono suddivise in:

  • orizzontali
  • abilitanti
  • settoriali

Le riforme orizzontali, o di contesto, riguardano innanzitutto la Pubblica Amministrazione e la giustizia.

Le riforme abilitanti, destinate a garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti, annoverano le misure di semplificazione e razionalizzazione della legislazione e quelle per la promozione della concorrenza.

Le riforme settoriali consistono in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali.

Le 6 missioni del Recovery Plan

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Le risorse destinate a questa missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano.

L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese, investendo nella crescita dimensionale delle imprese, in filiere ad alta tecnologia e nella pubblica amministrazione. Una componente è dedicata ai settori del turismo e della cultura.

Tra i punti chiave della missione figura il Piano Transizione 4.0 che può contare su 18,45 miliardi.

Rivoluzione verde e transizione ecologica

La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua delle sei: quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo.

Si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con il Green Deal europeo.

Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni per il risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine.

Inoltre, la missione comprende i temi della sicurezza del territorio, con interventi di prevenzione e di ripristino a fronte di significativi rischi idrogeologici, della salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità e quelli relativi all’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno e alla disponibilità di risorse idriche.

Infrastrutture per una mobilità sostenibile

La missione può contare su oltre 31 miliardi. Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria.

È articolata in 2 componenti e si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con particolare attenzione al Mezzogiorno.

Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi. Prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei porti dell’Italia meridionale.

Istruzione e ricerca

A questa missione sono destinati quasi 32 miliardi, di cui uno finanziato con risorse nazionali tramite il Fondo complementare e 31 con il Dispositivo europeo. I progetti proposti intendono rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione, sostenere la ricerca e favorire la sua integrazione con il sistema produttivo.

Pone al centro i giovani e affronta uno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro.

È divisa in 2 componenti e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti. Sostiene il diritto allo studio e accresce la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Prevede anche un sostanziale rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.

Gli interventi principali riguardano:

  • Il miglioramento qualitativo e l’ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.
  • Lo sviluppo e il rafforzamento dell’istruzione professionalizzante.
  • I processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti.
  • Il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture scolastiche.
  • La riforma e l’ampliamento dei dottorati.
  • Il rafforzamento della ricerca e la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese.
  • Il sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico.

Coesione e inclusione

I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 19,81 miliardi, ma ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di React-EU. Sono previsti investimenti in attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Si prevede l’introduzione di una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile. Sono introdotte misure a sostegno dell’imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere.

Si articola in 3 componenti:

  • Politiche attive del lavoro, con focus sul potenziamento dei centri per l’impiego e del Servizio civile universale, sull’aggiornamento delle competenze e sul sostegno all’imprenditoria femminile.
  • Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, che spazia dagli interventi per la disabilità all’housing sociale.
  • Interventi speciali per la coesione territoriale, che comprende gli investimenti nelle aree interne, quelli per le Zone Economiche Speciali (ZES) e sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità.

Salute

Questa missione, con una dotazione di 15,63 miliardi, ha due obiettivi principali: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario per garantire un equo accesso a cure efficaci.
È previsto un significativo incremento delle prestazioni in assistenza domiciliare, in particolare per coloro che hanno patologie croniche o non sono autosufficienti.

Alle 6 macro-missioni, il Recovery Plan nazionale associa parallelamente tre priorità trasversali: donne, giovani e sud. Questi tre temi devono essere contenuti in tutti gli obiettivi del Piano nazionale e misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES.

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